L’azione collettiva e l’impegno per l’uguaglianza di genere per realizzare la promessa di un invecchiamento sano per tutti, contribuendo alla crescita anche economica dei territori. Ne parlano il presidente Marsilio e la neuroscienziata Santuccione.
La popolazione mondiale è cresciuta rapidamente ed è divenuta più longeva. L’aspettativa di vita massima ormai è aumentata di due o tre anni ogni decennio e i longevi detengono una quota rilevante della ricchezza complessiva degli individui, hanno un reddito medio e un livello di consumi più elevato e dei bisogni in evoluzione. L’economia della longevità offre importanti potenzialità in termini di rilevante domanda per beni e servizi per tutti i settori. Considerando i consumi, un’analisi condotta dal Centro Studi Confindustria evidenzia che la spesa degli over 65 vale oltre 200 miliardi, circa un quinto dell’ammontare dei consumi delle famiglie. Una spesa che nel 2030, secondo lo studio, varrà circa il 25 per cento e nel 2050 circa il 30 per cento. Il tema della longevità è un argomento centrale non soltanto perché ha un impatto economico ed è connesso alla “silver economy” ma anche perché è connesso al concetto di buona salute. A preoccupare è un dato di fatto: se l’aspettativa di vita media è aumentata, l’aspettativa di vita in buona salute fa fatica a tenere il passo. Soprattutto per le donne.
«Questa dicotomia ci pone di fronte alla necessità di riflettere su come garantire la qualità della vita nell’arco dell’intera vita, su come accompagnare nel modo migliore la longevità» ha detto il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio in occasione del recente Milan Longevity Summit. Invecchiare con dignità è l’obiettivo. «Soddisfare i bisogni e le richieste delle popolazioni che invecchiano – ha proseguito Marsilio – è un impegno di cui le istituzioni devono farsi carico con politiche dedicate e iniziative mirate che facilitino la parità di accesso ai servizi e consentano di massimizzare la capacità degli anziani di continuare a essere membri apprezzati della società, contribuendo alla crescita anche economica dei territori». A ciò si aggiunge un dato importante su cui riflettere: se è certo che le donne hanno un’aspettativa di vita più elevata rispetto agli uomini di circa cinque anni, con l’avanzare dell’età sono più vulnerabili al livello di salute.
L’IMPEGNO PER L’UGUAGLIANZA DI GENERE
Sulla medicina di genere sono estremamente interessanti gli studi condotti da Antonella Santuccione Chadha, patologa e neuroscienziata esperta delle malattie della mente e del cervello, alla guida di Women’s Brain Foundation.
Originaria di Penne e cresciuta a Cepagatti, da tantissimi anni vive e lavora a Zurigo dove porta avanti i suoi studi scientifici soprattutto sull’Alzheimer. La studiosa è nota per essere una pioniera della medicina di precisione orientata alla comprensione dell’influenza che sesso e genere hanno sulle malattie neurologiche. Per il suo lavoro, Santuccione Chadha ha ricevuto numerosi riconoscimenti, in Italia e all’estero. La scienziata collabora con la Regione Abruzzo sin dai tempi della pandemia, quando il presidente Marsilio le chiese di costituire una task force e da allora proseguono tante collaborazioni scientifiche anche attraverso iniziative convegnistiche.
«La medicina di genere – spiega la dottoressa ad Abruzzo Economia – si inquadra nei disturbi mentali e nelle malattie neurodegenerative riguardanti l’età anziana perché purtroppo più donne che uomini sono affette da malattie come Alzheimer, depressione, ansietà, sclerosi multipla. Inoltre, le donne sono le principali care giver nella nostra società. Questo comporta che più femmine si ammalino e spesso si crei un vuoto al livello di investimenti e ritorni rispetto a quello che si è fatto per le donne da parte dei governi perché spesso le loro condizioni di salute si aggravano in età lavorativa e fertile (sclerosi multipla o Alzheimer), devono lasciare il lavoro per questo oppure perché devono prendersi cura di un malato a casa. Una persona malata cronica ha costi aggiuntivi per la società – specifica la scienziata – e la via d’uscita, a mio avviso, risiede in una medicina precisa, attenta, nella diagnosi precoce e in soluzioni tempestive per aiutare le persone».
Un dato allarmante condiviso da Women’s Brain Foundation con l’Ocse dice che la maggioranza di chi si ammala di demenza è femmina: «La maggior parte dei pazienti che vive dentro case di cura sono donne perché vedove, povere o sole – spiega Santuccione Chadha – e le persone che ricevono una maggiore prescrizione di antipsicotici sono sempre donne». Questo perché la donna, anche e per il fatto di essere care giver, trascura se stessa ed è condannata a maggior rischio di isolamento sociale, depressione e demenza. «Bisogna cambiare la policy al livello apicale – conclude la scienziata abruzzese – e mettere le donne al centro dello sviluppo clinico, ridurre il numero di queste malattie e il peso che hanno nella società, alleviare il care giving prevalentemente femminile e anche insegnare al maschio ad essere care giver». È solo attraverso l’azione collettiva e l’impegno per l’uguaglianza di genere che si potrà realizzare la promessa di un invecchiamento sano per tutti.
IL CASO ABRUZZO
«Gli abruzzesi sono longevi – ha dichiarato Marsilio – lo ha confermato uno studio dell’Università di Teramo. La ricerca afferma che la nostra regione può essere inserita a pieno titolo tra le cosiddette “Blue zone”, come l’isola di Okinawa in Giappone o il comune sardo di Villagrande». In queste zone fattori ambientali, genetici e alimentari fanno sì che si viva meglio e più a lungo. «Sono ben 150 i comuni abruzzesi, rappresentativi delle quattro province, che rilevano un tasso di longevità notevole, con molti over 90 – ha spiegato ancora Marsilio al Milan Longevity Summit. I comuni più longevi sono localizzati nelle aree interne, vicine ai parchi del Gran Sasso, della Majella e della Marsica. Le persone di età pari o superiore a 50 anni stanno dando un contributo senza precedenti alla crescita economica a livello globale, non solo per la loro generazione, ma per tutte le generazioni. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale di questa opportunità economica, è imperativo affrontare le disuguaglianze di fondo che colpiscono in modo sproporzionato le donne».
«Con la nuova Legge di Bilancio 2024 il Governo ha incrementato per il 2024 e per ciascuno degli anni 2025 e 2026 il Fondo nazionale per l’Alzheimer e le demenze. In vista della nuova programmazione – specifica il presidente Marsilio ad Abruzzo Economia – i nostri uffici stanno partecipando alle riunioni tecniche indette da Ministero e ISS nell’ambito del Tavolo permanente nazionale sulle demenze in modo da poter tempestivamente utilizzare le risorse che saranno assegnate alla Regione. A tal riguardo, come Regione Abruzzo abbiamo adottato con DGR n. 498 del 31.08.2022 il piano triennale 2021/2023 di attività sulle demenze della Regione Abruzzo, un piano che ha visto coinvolte tutte le ASL Regionali».
Il piano regionale prevede di sviluppare due obiettivi generali: prevenire l’evoluzione del decadimento cognitivo lieve verso la malattia severa attraverso una diagnosi precoce e accurata e supportare i pazienti e i caregiver dei soggetti che hanno già sviluppato la malattia. Infine, con DGR 108 del 28.02.2022, la Regione Abruzzo ha insediato quale luogo di confronto costante e soprattutto di fattiva collaborazione l’attesa Consulta per la Salute Mentale, chiamata a occuparsi dei bisogni complessi dei pazienti, il cui ruolo sarà sempre più importante negli anni a venire e per chi sarà più in là con gli anni. Tutte iniziative per una terza età florida, equa e di qualità.
A cura della Redazione