Brunello Cucinelli, l’imprenditore-filosofo

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L’Abruzzo, le ferite del sisma, il valore intrinseco della conservazione del territorio, l’esaltazione delle peculiarità e dei tratti storici: intervista all’imprenditore illuminato del cashmere

Di Monica Pelliccione

Filosofia pura. Uno stile discorsivo fluido e accattivante, come l’immagine che lo accompagna. Uomo dal fascino innato, ancor prima che imprenditore. Pacato, sensibile, aperto al mondo. Il re di Solomeo, come lo ha definito la stampa internazionale, cultore di San Benedetto da Norcia, Aristotele e Kafka. Stilista del cashmere, un po’ umanista, un po’ filantropo. Filosofo e rivoluzionario, innamorato della bellezza. Brunello Cucinelli, 64 anni, fondatore dell’omonima azienda leader nella produzione della pregiata fibra tessile, è alla sua prima visita all’Aquila. Ne respira il genius loci, lo spirito del luogo, l’anima che ha reso la città unica nei secoli. E l’intervista, saltati gli schemi, scivola del tutto naturalmente su una piacevole conversazione: un intreccio di riflessioni sull’Umbria e l’Abruzzo, le ferite del sisma, il valore intrinseco della conservazione del territorio, l’esaltazione delle peculiarità e dei tratti storici.

Dell’umanizzazione di impresa lei ha fatto uno stile di vita, con un modello vincente di capitalismo etico che ricorda quello di Adriano Olivetti. Dove l’ha portata questa sfida?

«A identificare l’arte come il seme della civiltà. A mettere sempre al primo posto l’azienda, poi Brunello e i miei dipendenti, le loro esigenze e il grado di soddisfazione economico e professionale che possono raggiungere. Oggi si lavora moltissimo e non è facile conservare la propria energia creativa. Per questo, in azienda, sono previste pause pranzo di un’ora e mezzo, alle 17,30 tutti a casa e niente mail fuori dall’orario di lavoro. Insomma, concentrazione e rigore sì, ma massima attenzione al benessere personale. Nell’impresa umanistica di Solomeo si lavora tutti perseguendo un unico obiettivo e si avverte una scala di valori non materiali, in cui ci si riconosce come parte di un gruppo».

Dopo il sisma del 2009 l’Abruzzo guarda al lancio del brand “cultura, sviluppo, impresa”. Funzionerà?

«La speranza è un elemento fondamentale, da cui non si può prescindere. Una visione ottimistica del futuro che coincide con un momento di grande rinascita civile, culturale, etica e spirituale. Naturalmente anche economica. E l’artigianato, la cultura, il gusto del bello sono al centro di tutto. Il mondo vuole da noi manufatti speciali, unici, di qualità. Una grande sfida italiana quella del made in Italy: può esserlo anche per l’Abruzzo».

Ascoltare il genius loci vuol dire ricostruire il territorio sposando una visione culturale e storica del luogo?

«L’architetto Palladio, uno dei grandi geni dell’umanità, utilizzò un’espressione che rende bene l’idea. Interrogato sulla validità e l’operato degli architetti contemporanei affermò: “Hanno tecniche di costruzione innovative e moderne, ma a volte le loro opere sono prive di umanità e sentimento”. Quando edifichiamo o ricostruiamo dobbiamo ascoltare lo spirito del luogo, il genius loci: dove sorge il sole, come soffia il vento, le luci, le ombre, la pioggia. Nell’ultimo mezzo secolo, anche più, è stato compiuto un grande  errore: spostare il fine ultimo dell’arte sulla novità, non più sulla bellezza che coincide con l’identità di un territorio, le sue radici».

Il  modello di umanizzazione di impresa di Brunello Cucinelli può essere trasferito con successo nelle realtà colpite dal sisma?

«Abbiamo un grande bisogno di uomini e imprenditori seri, capaci, rispettosi, corretti. Di persone che si fermano a riflettere e ad ascoltare. Plutarco sosteneva che nell’arte di ascoltare si trova la metà delle soluzioni. Dobbiamo impegnarci a farlo anche nella progettazione e nella costruzione edile e architettonica, in una visione che non si fermi ad un decennio, ma a cento, cinquecento anni. Quella che potremmo definire la visione perenne dell’umanità».

La versione integrale dell’intervista è sul bimestrale Abruzzo Economia, in vendita in tutte le edicole abruzzesi dal 21 settembre.

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