Michael Kenna

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 “Abruzzo” è il titolo della sua recente opera fotografica in mostra a Loreto Aprutino fino all’8 settembre

Di Raffaella Quieti Cartledge 

 Considerato il fotografo di paesaggio più importante della sua generazione, Michael Kenna osserva il nostro mondo in un modo del tutto fuori dal comune da più di 45 anni. Nato nel 1953 a Widnes, in Inghilterra, attualmente vive a Seattle, negli USA. Le sue fotografie misteriose, spesso realizzate all’alba o nelle ore buie, si concentrano soprattutto sull’interazione tra il paesaggio naturale e le opere dell’uomo.

Le immagini di Kenna sono state esposte in mostra in oltre settecento gallerie e musei, e sono incluse in collezioni permanenti di istituzioni come la Bibliothèque Nationale, Parigi; il Metropolitan Museum of Photography, Tokyo; la National Gallery, Washington, D.C .; il Museo d’Arte di Shanghai e il Victoria and Albert Museum di Londra.

Il suo lavoro più recente dal titolo Abruzzo contiene opere scattate dall’artista nella regione ed il libro che le raccoglie sarà presentato in Francia, Belgio, Germania, California. L’appuntamento italiano, promosso dalla Fondazione dei Musei Civici e dal Comune di Loreto Aprutino, ha luogo presso il palazzo Bassino Casamarte di Loreto Aprutino dall’8 luglio all’8 settembre 2017.

Come ha scoperto la regione Abruzzo?

«Molto prima di pensare di visitare la regione, conoscevo ed apprezzavo il Montepulciano d’Abruzzo. Avevo sentito parlare della regione ma c’è voluto un invito da parte di Vincenzo de Pompeis (Presidente della Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino) prima che facessi il mio primo viaggio a Pescara e nel resto del territorio. Una volta sul luogo, ne sono rimasto stregato. Tanto quanto i paesaggi, Vincenzo mi ha fatto conoscere i vini bianchi Pecorino, accompagnamento delizioso ai piatti di pesce regionali».

Quale aspetto del suo lavoro fotografico sull’Abruzzo le è piaciuto di più?

«Come fotografo, sono rimasto stupito dalla quantità e qualità dei diversi paesaggi d’Abruzzo. In alcune zone il territorio è selvaggio e montagnoso, mentre in altre è bucolico e domato dall’uomo. Proliferano città collinari, castelli e chiese. Centotrenta chilometri di costa adriatica forniscono infiniti punti di vista. A mio modesto parere, la parte più difficile del fotografare l’Abruzzo sta nella scelta tra la sua vasta abbondanza di soggetti».

L’intervista completa sul numero AE di luglio-agosto, in tutte le edicole abruzzesi.

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