Il dramma della Terra dei Fuochi nelle foto di Stefano Schirato

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Un'immagine tratta dal libro "Terra Mala, living with poison" di Stefano Schirato

Domani, il fotoreporter Stefano Schirato presenterà, per la prima volta a Pescara, il suo ultimo libro “Terra Mala. Living with poison” nell’ambito di un incontro organizzato dalla Fidapa 

“La violenza ambientale: immagini e commenti”, questo il titolo dell’incontro di domani, venerdì 16 novembre, alle ore 17.30 presso l’Aurum di Pescara, organizzato dalla Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari) sezione “Pescara Portanuova”, presieduta da Miriam D’Ascenzo. Protagonista dell’evento, il fotografo freelance Stefano Schirato che presenterà, per la prima volta a Pescara, il suo ultimo libro “Terra Mala. Living with poison”. All’incontro saranno presenti come relatori anche Angelo Mariano Bozza, presidente del tribunale di Pescara con un intervento su “Giustizia, ambiente, economia e società” ed Ezio Sciarra, decano, già presidente della facoltà di Scienze Sociali dell’Università d’Annunzio che analizzerà “L’alterazione ecologica e il danno sociale”.

Il fotoreporter Stefano Schirato

Stefano Schirato, fotoreporter pescarese di lungo corso, non ha certamente bisogno di lunghe presentazioni: le sue collaborazioni con il New York Times, la CNN, Newsweek, Vanity Fair, Al Jazeera, Le Figaro, National Geographic e molte altre testate internazionali, ne definiscono senza equivoco il profilo professionale. Qualche anno fa ha immortalato scene indelebili come quelle dalla zona rossa di Chernobyl. “Ed è proprio da qui – racconta Schirato -, che ho tracciato un solco che non ho più abbandonato, documentando e analizzando con l’obiettivo della fotocamera le conseguenze dei grandi disastri ambientali. Negli ultimi quattro anni, infatti, mi sono dedicato anima e corpo ad un long term project incentrato sul racconto di un dramma del nostro tempo, quello della Terra dei Fuochi”.

Schirato è voluto andare “giù al Sud” in Italia, nella martoriate province campane della Terra dei Fuochi, ben note alle cronache come le zone più inquinate d’Italia a causa dei milioni di tonnellate di rifiuti tossici smaltiti illegalmente sul territorio per oltre trent’anni. “Ci sono andato  – prosegue il reporter – per una ricerca sull’inquinamento focalizzata sul legame tra contaminazione e malattie imputabili a condizioni ambientali malsane”. Da questo lavoro di documentazione fotografica è nato il progetto e libro “Terra Mala, living with poison” finanziato con successo attraverso il crowdfunding, che mette a nudo il degrado del territorio, denunciando le condizioni in cui bambini, donne e uomini, sono costretti a vivere ogni giorno: cumuli di rifiuti tossici, veleni sotterranei e discariche illegali sono la cifra di quell’ambiente, permeato dalle pressioni delle mafie.

Un’immagine tratta dal libro “Terra Mala, living with poison” di Stefano Schirato

Napoli come Milano, Milano come Genova, l’Italia come la Serbia, la Serbia come la Germania, l’Europa come l’Africa, l’Africa come l’Asia. Un business miliardario, quello dei rifiuti tossici, che vede coinvolti imprenditori senza scrupoli, associazioni criminali (che si servono di professionisti per falsificare le bolle di accompagnamento dei carichi velenosi, le analisi chimiche ecc.) tra corruzione e riciclaggio. Antonio Giordano, napoletano, è un autorevole accademico, oncologo, patologo, genetista e ricercatore italiano naturalizzato statunitense, che sta conducendo uno studio incentrato sul cancro al polmone e sul mesotelioma nella zona della Terra dei Fuochi. “Dal mio punto di vista – scrive Giordano nella prefazione di “Terra Mala, living with poison” – le condizioni ambientali influiscono fortemente sulla nostra salute come del resto emerge da numerosi studi epidemiologici che evidenziano un aumento delle patologie tumorali anche nei giovani”. Ed è proprio questo il focus del lavoro di ricerca che sta conducendo sul campo, in Campania, teso ad individuare correlazioni tra la “Terra Mala” e le continue morti per malattie di chi vive in quell’area, soprattutto bambini. “In attesa degli sviluppi di queste ricerche – conclude Giordano – mantenere alta l’attenzione sul territorio della “Terra dei Fuochi” e sulla necessità di una profonda bonifica dai veleni sversati in più di trenta anni deve rimanere una priorità”.

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