Un Abruzzo in crescita, con tutte le carte in regola per essere protagonista in Italia e in Europa. Che affronta sfide decisive e che si presenta con un tessuto industriale fortemente integrato nei mercati internazionali. Il ruolo della Regione nelle parole del presidente, Marco Marsilio

Presidente Marsilio, l’Abruzzo Economy Summit è giunto alla quinta edizione.  Qual è il significato di questo appuntamento?

«Vogliamo rafforzare un evento diventato il principale luogo di confronto e di visione strategica per l’economia regionale. La presenza d’imprese, istituzioni, professionisti e accademia testimonia la volontà condivisa di costruire insieme percorsi di sviluppo sostenibile e competitivo. L’Abruzzo ha davanti a sé sfide decisive – dalla transizione energetica all’innovazione tecnologica, dall’internazionalizzazione delle nostre eccellenze alla valorizzazione del capitale umano – e solo unendo competenze ed energie possiamo trasformarle in opportunità concrete di crescita. I lavori che scaturiscono da queste giornate sono fondamentali per orientare la politica economica della Regione e per rafforzare la nostra posizione nel contesto nazionale ed europeo».

Il Summit si svolge in un contesto internazionale complesso, segnato da guerre, tensioni commerciali, crisi energetiche. Qual è la lettura economica?

«Viviamo uno scenario globale condizionato da conflitti, dazi e talvolta da scelte sbagliate del passato, come la transizione green per le auto elettriche, che hanno effetti immediati sulle catene produttive e sull’approvvigionamento energetico. È chiaro che l’Italia deve accelerare la transizione digitale e tecnologica per non subire passivamente queste dinamiche. Il tessuto industriale abruzzese – penso all’automotive, all’aerospazio, alla componentistica di precisione – è fortemente integrato nei mercati internazionali. Le tensioni geopolitiche ci obbligano a puntare su innovazione, ricerca e sviluppo, per mantenere competitività e attrattività».

I dati più recenti descrivono un Abruzzo in crescita.

«Sì, la fotografia è positiva e guarda più alle regioni del Nord. Nel 2024 il PIL regionale è aumentato dell’1%, in linea con il Mezzogiorno e meglio della media nazionale che si è fermata a +0,7%. Il tasso di disoccupazione è all’8%, vicino al dato italiano e molto migliore rispetto alla media del Sud. Questo dimostra che il nostro sistema produttivo ha reagito bene allo shock della pandemia, consolidandosi intorno a poli industriali e tecnologici di eccellenza, che vanno sostenuti e potenziati».

L’Abruzzo come affronterà i cambiamenti in corso nella politica di coesione europea?

«Non ci faremo trovare impreparati. La riforma introduce investimenti in difesa, tecnologie critiche e transizione energetica, con prefinanziamenti più alti e copertura fino al 100% per progetti strategici. Sin dal primo mandato abbiamo lavorato sulle politiche di capacitazione amministrativa: Hub delle Competenze e Strategie Territoriali sono due esempi concreti. Abbiamo formato una nuova generazione di amministratori, più preparati e duttili, evitando il rischio di rimanere incagliati nella revisione di metà periodo. È un metodo che ci permette di blindare risorse e investimenti, anche in uno scenario instabile.

Ora i Comuni hanno strumenti concreti per rafforzare la governance e costruire percorsi di sviluppo locale. Sono nate 15 Strategie Territoriali calibrate sulle specificità dei territori e costruite con processi partecipativi. È un modello che assicura maggiore efficacia e ci consente di integrare le nuove priorità europee nella revisione dei Programmi FESR e FSE+ da definire entro il 31 dicembre 2025».

Nel dettaglio dei programmi, quali risultati segnala sul FESR e sull’FSE+?

«Sul FESR abbiamo sostenuto ricerca, innovazione e competitività. Abbiamo finanziato complessivamente oltre 230 imprese con avvisi per 80 milioni di euro. In più, è partito un bando da 58 milioni per progetti di ricerca collaborativa tra imprese, università e organismi di ricerca, con contributi fino all’80% andato in overbooking. Sul FSE+, invece, abbiamo già pubblicato 8 avvisi per circa 45 milioni, a sostegno dell’occupazione, della formazione e dell’inclusione sociale. Ricordo in particolare il bando sul welfare aziendale e gli interventi per ITS, industria 4.0 e borse di dottorato. È un lavoro che punta a costruire competenze e opportunità per i giovani e per chi è in difficoltà»

E per quanto riguarda il fondo di sviluppo e coesione FSC?

«L’Accordo di Coesione firmato con il Governo Meloni vale oltre un miliardo di euro e finanzia investimenti strategici ed infrastrutturali su trasporti, turismo, ambiente e cultura. Abbiamo già attivato interventi per Saga, Tua, i Cammini d’Abruzzo e opere a difesa della costa. Con il bando per la rigenerazione urbana da 78 milioni aiutiamo i Comuni sotto i 30mila abitanti a recuperare immobili pubblici e sosteniamo gli enti locali nello sforzo tecnico e finanziario per la chiusura dei progetti PNRR. Quelle sul fondo FSC sono misure che muovono risorse reali e che hanno un impatto diretto sul sistema produttivo e sulla qualità della vita».

Qual è l’orizzonte che si dà l’Abruzzo guardando al futuro?

«Il 2027 sarà una tappa cruciale. Vogliamo consolidare un metodo basato sulla preparazione amministrativa e sull’innovazione, rafforzando il ruolo della Regione nell’attuazione delle politiche di coesione. Ma soprattutto vogliamo costruire un futuro più sostenibile e inclusivo per i cittadini. L’Abruzzo ha tutte le carte in regola per essere protagonista in Italia e in Europa»

Articolo a cura della Redazione