Ciavolich: il vino e il dono
A Loreto Aprutino, Chiara Ciavolich guida una storica cantina abruzzese con eleganza e rispetto, trasformando vino, storia e territorio in un dono prezioso di sostenibilità e bellezza.
Chiara Ciavolich non ha solo ereditato una delle cantine più antiche d’Abruzzo, ha scelto di custodirla con grazia e visione, trasformandola in un simbolo di qualità, artigianalità e rispetto. Ogni bottiglia prodotta racconta una storia, una cultura, un territorio con un’eleganza tutta femminile e la cura per ogni dettaglio.
Nella contrada Salmacina Cancelli di Loreto Aprutino, soprannominata “La Borgogna d’Abruzzo” si trova il cuore produttivo dell’azienda agricola: 28 ettari di vigneti, 3 ettari di uliveti, 10 ettari di seminativi che circondano la cantina e il casale, la Masseria del Vino, sei camere boutique per accogliere gli ospiti e dove si organizzano splendide degustazioni su prenotazione.
Dalla storia di famiglia alla rinascita della cantina Ciavolich
Dopo la laurea in legge a Roma, tornata in Abruzzo Nel 2004, Chiara Ciavolich assume la proprietà dell’azienda. Abbandona la produzione di vino sfuso e inizia un’ambiziosa rivoluzione produttiva e culturale, iniziando a creare nuovi vini in bottiglia e trasferendo la vecchia cantina di Miglianico a Loreto Aprutino, una delle terre più prestigiose d’Abruzzo.
I Ciavolich provengono da un’antica famiglia bulgara di mercanti di lana che, per scampare all’avanzata delle invasioni saracene, riparò in Italia nel paese di Miglianico (Ch) approssimativamente nel 1560. Il passaggio a proprietari terrieri dovette avvenire nel corso del 1700, mentre nel 1853 Francesco Ciavolich a Miglianico edificò, di fronte e sotto al palazzo di residenza, la prima cantina per vinificare in proprio le uve che provenivano dai terreni circostanti.
Alla fine del 1800 un matrimonio importante segnò la futura svolta dell’azienda agricola sul versante di Loreto Aprutino: quello tra Giuseppe Ciavolich e la nobildonna Ernestina Vicini Zecca di Loreto Aprutino.
Negli anni 60, dopo la Seconda Guerra Mondiale, dalla divisione ereditaria di Donna Ernestina, la famiglia Ciavolich ereditò la tenuta agricola di Loreto Aprutino (Pe) composta da circa 50 ettari. È qui che Giuseppe Ciavolich piantò i primi vigneti di Montepulciano, Trebbiano e Cococciola che oggi Chiara continua a coltivare con una visione che ha a che fare con il desiderio di trascendenza e la volontà di tramandare una storia antica attraverso il vino, di farlo in modo sostenibile per l’ambiente, per le persone e per l’azienda agricola stessa, in modo che i vini prodotti esprimano un territorio: solo se c’è cultura del territorio è possibile l’eccellenza.

I vini Fosso Cancelli: l’eccellenza artigianale del vino d’Abruzzo
Tra i vini oggi prodotti, quelli più voluti e ricercati da Chiara e anche più conosciuti a livello nazionale ed internazionale, sono i Fosso Cancelli, vini artigianali a produzione limitata che fotografano epoche di vinificazione diverse, come quella degli anni ‘60 in grandi vasche di cemento o quella attuale della sperimentazione in anfora. Il carattere è elegante, selvatico e forte della varietà di origine.
Se ne producono bottiglie numerate nelle varietà Trebbiano d’Abruzzo Dop, Pecorino Colline Pescaresi Igp, Cerasuolo d’Abruzzo Dop e Montepulciano d’Abruzzo Dop.
Il valore del dono e l’eredità di Chiara Ciavolich
Il senso di appartenenza di Chiara Ciavolich all’azienda agricola di famiglia è qualcosa di misterioso, che sfugge ad una spiegazione puramente razionale. I racconti ascoltati da bambina sulla guerra, sulla gestione delle campagne, sulla grande amicizia della bisnonna Ernestina con personaggi come Francesco Paolo Michetti, le sembravano magici, come un mondo poetico. «Sono stati proprio questi racconti che – dice – mi hanno infuso un profondo senso di responsabilità, insegnandomi a guardare indietro con gratitudine e avanti con orgoglio e vocazione al bene comune, in questa storia d’amore infinita per il vino e per la terra, dalle origini a Miglianico fino ad oggi a Loreto Aprutino».
Proprio l’aver ricevuto in dote una storia da tramandare, da custodire e proteggere, deve aver portato Chiara a dedicare tanta attenzione al concetto del dono.
Ogni anno, infatti, Chiara Ciavolich racchiude l’intero Abruzzo in eleganti strenne in cui il vino e l’olio Ciavolich, accompagnati dai migliori prodotti artigianali del territorio, poggiano sulla soffice lana prodotta da Valeria Gallese sul Gran Sasso d’Italia, unita al delicatissimo profumo di parco abruzzese ideato da Paride Vitale e Ugo Morosi con la linea di prodotti Parco 1923: «Con Paride e Valeria è nata un’amicizia che naturalmente si è trasformata in una collaborazione. Tutti noi siamo uniti dall’infinito amore per questa nostra meravigliosa regione e dall’ossessione per la sua valorizzazione».
Sostenibilità e design nelle confezioni regalo Ciavolich
Ogni cofanetto Ciavolich profuma così dei boschi d’Abruzzo e sostituisce plastica e polistirolo con un materiale rigenerato e tracciabile. Questa è la reale attenzione che pone un’azienda all’economia circolare e un messaggio concreto di responsabilità ambientale intriso della stessa storia pastorale che portò i Ciavolich in Abruzzo. Un QR interno aprirà poi un video che unirà in pochi minuti l’intera filiera raccontando attraverso le immagini storie di sinergia, territorio e cultura dell’eccellenza.

Tra le proposte enogastronomiche spicca “il Pecorino al quadrato”, connubio fra il Fosso Cancelli Pecorino Colline Pescaresi Igp 2022 e una forma da 1,5 kg di formaggio pecorino stagionato nelle vinacce dell’omonimo vitigno e prodotto dall’Azienda Agricola Daniela Del Proposto, vicina di casa e assoluta eccellenza locale. Ma anche, tra i formati celebrativi, la Mathusalem da 6 l di DIVUS Montepulciano d’Abruzzo Dop 2019 in edizione limitata, dono davvero iconico che di certo non passa inosservato.
Tradizione e territorio: il Natale firmato Ciavolich
Da cinquecento anni i Ciavolich plasmano la loro storia tra lana, vigne e coraggio imprenditoriale. Oggi invitano le imprese abruzzesi a farne parte, trasformando il Natale in un racconto corale di territorio, eccellenza e sostenibilità. Perché ogni bottiglia è un biglietto da visita, ogni fiocco di lana un caldo abbraccio, e ogni brindisi un investimento in relazioni che durano nel tempo, insieme.
Per saperne di più:
www.ciavolich.com
Articolo a cura della Redazione



