Intelligenza emotiva nel mondo del lavoro
Riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni migliora la qualità di vita e si rivela un asset strategico anche a livello professionale, per un’esistenza piena e in connessione con se stessi e con gli altri
Gli studi clinici sottolineano sempre di più come l’intelligenza emotiva sia una soft skill cruciale nelle dinamiche aziendali. La capacità di riconoscere, comprendere e regolare le proprie emozioni, insieme all’empatia verso gli altri, contribuisce a creare ambienti più collaborativi, riduce i conflitti, migliora la comunicazione e aumenta il benessere organizzativo. In un contesto economico e lavorativo sempre più complesso e interconnesso, saper gestire le emozioni diventa una competenza chiave.
Ne parliamo con la psichiatra, psicoterapeuta e trainer Cristina Dobrea, che l’8 e il 9 novembre terrà a Pescara il workshop aperto a tutti dal titolo: “Padroneggia le tue emozioni, migliora la tua vita” (Spazio 010, via dei Peligni,93).
Il titolo del workshop è molto evocativo: ce lo può spiegare?
«Le emozioni sono la nostra bussola, la capacità di riconoscerle e ascoltarle ha un profondo impatto su tutti i domini della nostra vita, dalla nostra salute fisica e psichica alla relazione con noi stessi e con gli altri, al perseguire obiettivi e desideri che siano davvero in risonanza con noi. Gli esseri umani ricercano giustamente la felicità e la gioia, ma quello di cui bisogna rendersi conto è che queste emozioni piacevoli derivano anche dal saper gestire bene proprio quelle spiacevoli. Spesso le persone non si rendono conto che autosabotaggi e difficoltà nel dare il meglio di sé derivano da convinzioni limitanti inconsce.
Queste, attivate da determinate situazioni, generano emozioni che ci spingono all’azione e influenzano le decisioni, anche quelle più piccole. Se, ad esempio, si ha la convinzione di non saper gestire un conflitto, si tenderà ad evitarlo, con conseguenze negative nel medio-lungo termine. Le emozioni, anche quelle spiacevoli, sono fondamentali perché ci aiutano a capire cosa ci impedisce di vivere il nostro massimo potenziale.
In sostanza, questo workshop offre l’opportunità di accrescere la conoscenza delle emozioni, essenziale per vivere una vita più piena e coerente con se stessi».

Quali tematiche affronterà, come trainer, durante il workshop sulle emozioni a Pescara?
«Cominceremo dal capire cosa sono e quali ruoli hanno nella nostra vita. Nel workshop mi focalizzerò anche sui falsi miti legati alle emozioni. Perché le convinzioni che abbiamo al riguardo, apprese dalla nostra famiglia, dall’albero genealogico, dai traumi, dalla cultura e dall’inconscio collettivo del paese in cui siamo cresciuti, possono condizionarci a tal punto da non farci nemmeno riconoscere le emozioni. Faccio un esempio: ci sono molte convinzioni limitanti sul disprezzo, sulla vergogna, sul disgusto, sulla rabbia, ci sono addirittura emozioni tabù, come l’invidia.
Tali convinzioni portano alla nascita di meta-emozioni (termine coniato dal dott. John Gottman che significa “emozioni verso le emozioni”) che comportano una difficoltà ad individuare e riconoscere le emozioni che proviamo – figuriamoci a gestirle – e conseguenti problemi, a volte anche notevoli. Perché le emozioni non gestite nel tempo impattano negativamente anche sulla salute fisica, oltre che su quella psichica. Quando si lavora sui sintomi fisici correlati anche a patologie diagnosticate, si rintracciano emozioni represse e conflitti non gestiti. Ed è per questo motivo che parlerò di meta-emozioni e di come riconoscerle e individuare le convinzioni sottostanti.
Strumenti pratici e tecniche per aumentare la consapevolezza emotiva
Spiegherò come non esistono emozioni negative, sono tutte utili, portatrici di messaggi e in quanto tali sono positive. Non bisogna confondere la negatività con la spiacevolezza, ci sono emozioni che sono spiacevoli perché le sensazioni fisiche associate a esse lo sono. Imparare ad ascoltare i messaggi che le nostre emozioni ci portano ci condurrà a prendere decisioni migliori per noi stessi e per gli altri. Una buona parte del corso sarà improntata sulla capacità di individuare correttamente le emozioni e i loro messaggi.
La capacità di riconoscere e distinguere con precisione le sfumature delle proprie emozioni, che la dott.ssa Lisa Feldman Barrett chiama “granularità emotiva”, aumenta l’intelligenza emotiva, la nostra capacità di gestirle più facilmente per stare meglio e prendere decisioni più oculate».
Ci sono strumenti specifici che verranno acquisiti?
«Verranno forniti degli strumenti utili per l’apprendimento. Tutti i corsi che tengo sono strutturati da una parte teorica e da un parte pratica ed esperienziale. Questo perché ritengo che sperimentare in prima persona sia essenziale per trasformare i concetti teorici in esperienze personali, per migliorare la propria autoconsapevolezza, per scoprire eventuali difficoltà nell’esecuzione degli esercizi e ricevere subito supporto in tal senso.
Inoltre, trovo che il campo collettivo che si crea in un gruppo di persone che sono sulla stessa lunghezza d’onda e che hanno la stessa intenzione in un dato momento, abbia un incredibile potere di trasformazione. Anche a Pescara proporrò esercizi di vario tipo: alcuni individuali, altri in coppia e altri ancora in gruppo. Aiuteranno a consolidare la teoria, ma anche ad applicarla subito, beneficiando della potenza e dell’energia che si crea quando si lavora insieme».
Chi può partecipare al corso?
«Il workshop è aperto a tutti coloro che vogliono conoscere meglio se stessi, riconoscere e gestire le emozioni, anche senza aver mai fatto in precedenza un percorso di psicoterapia o altri tipi di percorsi di crescita personale. Non sono richieste conoscenze pregresse, perché è pensato come un’introduzione semplice e accessibile a tutti, con l’obiettivo di aiutare a migliorare la gestione emotiva, anche nel contesto di lavoro e impresa, come quello dei lettori di Abruzzo Economia».
Parliamo di lavoro e impresa: in che modo l’intelligenza emotiva può diventare una risorsa per chi opera in contesti professionali anche ad alta pressione?
«L’intelligenza emotiva è un concetto reso popolare nel 1995 da Daniel Goleman nel suo famoso libro Intelligenza emotiva. Tre anni più tardi Goleman ha pubblicato Lavorare con intelligenza emotiva in cui sottolinea che, oltre alle competenze tecniche e al QI, l’abilità di riconoscere, governare le proprie emozioni e gestire gli impulsi è fondamentale per distinguersi nel lavoro. Mentre il QI può essere simile tra le persone con qualifiche simili, è l’intelligenza emotiva a fare la differenza nel raggiungere l’eccellenza, soprattutto in ruoli che richiedono gestione dello stress e controllo emotivo, come quelli imprenditoriali o manageriali. Possedere un’alta intelligenza emotiva e quindi tra le altre cose la capacità di gestire correttamente le proprie emozioni è molto importante quando si vive una condizione di pressione lavorativa».
Può farci qualche esempio concreto di come la gestione emotiva influenzi decisioni e relazioni sul posto di lavoro?
«La gestione delle emozioni è fondamentale nel mondo del lavoro, specialmente in situazioni di crisi o conflitto, come nelle situazioni in cui ci sono divergenze (ad esempio tra membri di un CdA). Anche se si è molto qualificati o brillanti, il proprio messaggio può non arrivare alle altre persone se veicolato con rabbia o disprezzo. Mantenere la calma permette di essere ascoltati e di far valere le proprie idee. La collaborazione tra colleghi diventa così più efficace e permette di superare le difficoltà più facilmente come team.
Inoltre, gestire le critiche e saper leggere le emozioni altrui, anche in contesti multiculturali, è un’abilità importante. Alcune delle emozioni chiave sono universali, cioè si esprimono con espressioni facciali e linguaggio del corpo uguali e riconoscibili, quindi riconoscerle aiuta a superare barriere culturali e a capire meglio le risposte degli altri. Un esempio pratico riguarda la vendita: chi sa riconoscere le emozioni dell’altro grazie alle espressioni facciali, le inflessioni della voce o al linguaggio del corpo può adattare la propria proposta e aumentare le possibilità di successo. Infine, nel decision making, le persone con un buon quoziente emotivo (QE) riescono a individuare informazioni importanti anche in pochi secondi e a prendere decisioni più intuitive e accurate, perché sanno gestire bene le proprie emozioni e accedere alla propria intuizione, soprattutto in situazioni di incertezza».
Per concludere, come trainer tiene i suoi corsi a livello internazionale, è mai stata in Abruzzo?
«Ho già tenuto dei corsi all’estero oltre che in Italia perché il mio desiderio è quello di portare benessere a quante più persone possibili non importa dove si trovino. È la prima volta che vengo in Abruzzo e sono molto felice di poter tenere dei corsi anche qui».
Per saperne di più:
www.cristinadobrea.com


CRISTINA DOBREA
Psichiatra e psicoterapeuta, integra competenze cliniche consolidate con tecniche terapeutiche innovative per costruire percorsi personalizzati, flessibili e centrati sulla persona. Utilizza il metodo PI, l’analisi emotivo-comportamentale secondo Paul Ekman, l’EFT (Emotional Freedom Techniques) e il Matrix Reimprinting, con l’obiettivo di aiutare il paziente a superare le difficoltà lavorando sulle cause profonde del disagio. Propone trattamenti psichiatrici specialistici e percorsi di psicoterapia adottando un approccio olistico. È referente unica per l’Italia dell’EFTMR Academy, per la quale tiene corsi certificati di EFT.
Il cuore del suo lavoro – tanto negli incontri individuali quanto nella formazione come trainer – è offrire un supporto empatico, privo di giudizio, fornendo strumenti concreti per la riscoperta di sé. Liberandosi dai traumi del passato, dalle convinzioni limitanti e dai condizionamenti familiari e sociali, ogni persona può tornare ad essere in contatto con la propria autenticità e realizzare il proprio potenziale interiore.
Articolo a cura di Jenny Pacini



