Medicina, il futuro è donna
Lo scorso 16 ottobre, a Pescara, si è svolto un incontro di grande rilevanza per la ricerca scientifica e la salute delle donne. La Women’s Brain Foundation ha riunito, infatti, esponenti di spicco del settore pubblico e privato con l’obiettivo di dare vita a un progetto ambizioso.
Si è infatti discusso della creazione di un centro di ricerca dedicato alla medicina di precisione e alla salute del cervello, destinato a fare dell’Abruzzo un punto di riferimento internazionale nel campo della salute femminile e della neuro-scienza. L’incontro, che ha visto la partecipazione di medici, ricercatori, aziende farmaceutiche e rappresentanti istituzionali, ha posto l’accento su una tematica di grande attualità: la necessità di colmare il gender gap nella medicina e di sviluppare soluzioni terapeutiche mirate alle specifiche problematiche che colpiscono le donne, in particolare nelle patologie neurodegenerative come la demenza.
Tra i partecipanti nomi di rilievo per il comparto economico abruzzese
Come Paolo Spinelli (TOTO Holding), gli imprenditori Luca, Catia, Emanuela e Monica Tosto, Alessandra Relmi (Confimi Industria Abruzzo), Stefano Za (Università di Chieti-Pescara), Antonio Profico (Novartis), gli avvocati Claudia Aurisicchio e Paolo Iannacci, Beatrice Feragalli (Università di Chieti-Pescara), Valeria De Cesare (imprenditrice), Alessandra D’Alessandro (Privilege Events), Serena Columbo (specialista in medicina riabilitativa), Avrath Chadha (WBF Svizzera). A tenere le fila di questo ambizioso progetto e lavorare per la sua concreta realizzazione la Dott.ssa Antonella Santuccione Chadha, presidente della Women’s Brain Foundation, che crede fortemente in questo “sogno” tutto abruzzese.
«Il nostro sogno è fare dell’Abruzzo un centro nevralgico per la ricerca e l’innovazione scientifica non solo in Italia, ma a livello internazionale – ha detto -. Il futuro della medicina è donna; saranno le donne a creare ed implementare soluzioni basate sulla medicina di precisione, che tiene conto delle differenze individuali – genetiche, etniche, ambientali e di genere – per fornire cure personalizzate. Questo centro sarà una risorsa fondamentale non solo per la salute delle donne, ma per l’intera comunità scientifica».
L’incontro di Pescara ha avuto un valore simbolico e pratico
Dando il via a una serie di iniziative concrete per costruire un futuro in cui la salute femminile e la ricerca scientifica non siano più considerate margini della medicina tradizionale, ma protagoniste del progresso medico e tecnologico. Proprio in questo quadro, si collocano numerosi dati emersi da studi sul tema che si sono svolti nel tempo.

Le donne sono tradizionalmente state sottorappresentate nella ricerca medica, con conseguenti differenze nei trattamenti e nelle diagnosi, soprattutto per quanto riguarda le malattie neurodegenerative, come il Morbo di Alzheimer e altre patologie neurologiche, che colpiscono le donne in misura ben maggiore rispetto agli uomini.
La Women’s Brain Foundation, da anni impegnata nella lotta contro il gender gap nella medicina, ha sollevato la necessità di una medicina più inclusiva e più precisa, capace di riconoscere e rispondere alle esigenze di salute specifiche di ogni donna. L’Abruzzo, grazie a una combinazione di risorse naturali, strutture universitarie e la capacità di attrarre investimenti, è stato scelto come il luogo ideale per questo nuovo centro di ricerca, che avrà come obiettivo lo sviluppo di terapie personalizzate, utilizzando le più moderne tecnologie nel campo della genomica, della biotecnologia e della scienza dei dati.
Ma cosa si intende esattamente per medicina di precisione?
A spiegarlo sempre la Dott.ssa Santuccione Chadha che rimarca come questo concetto è ancora relativamente nuovo e implica un approccio che personalizza le cure in base alle caratteristiche genetiche, ambientali e stilistiche di vita di ogni paziente. In altre parole, non esistono più cure standard, ma soluzioni su misura, che mirano a ridurre gli effetti collaterali e aumentare l’efficacia dei trattamenti. Nel caso delle patologie neurodegenerative, il trattamento personalizzato rappresenta una sfida enorme, soprattutto per la sua applicabilità nelle donne, che spesso vedono le loro condizioni di salute non adeguatamente considerate dalla medicina tradizionale.
Le neuroscienze hanno infatti dimostrato che il cervello femminile risponde in modo differente rispetto a quello maschile a molte malattie neurodegenerative, eppure le diagnosi e i trattamenti sono stati storicamente standardizzati senza tener conto di queste differenze. La medicina di precisione si propone di superare questi limiti, partendo dal presupposto che ogni individuo, e in particolare ogni donna, possieda caratteristiche uniche che richiedono soluzioni terapeutiche specifiche.
Secondo la Dott.ssa Santuccione Chadha, dunque, uno degli obiettivi principali della Women’s Brain Foundation è proprio quello di colmare il gender gap nella medicina, che è ancora molto forte. «La salute femminile – afferma – è stata storicamente marginalizzata, e questo ha portato a diagnosi tardive e trattamenti inadeguati. Con l’avvento della medicina di precisione, però, possiamo finalmente sviluppare un approccio che tenga conto delle caratteristiche fisiche, biologiche e sociali delle donne».
Le patologie neurodegenerative, come l’Alzheimer, sono un esempio lampante di come la medicina tradizionale non abbia sempre risposto adeguatamente alle specificità femminili.
In Italia, ad esempio, si stima che le donne siano più colpite rispetto agli uomini, con una prevalenza che arriva al 70% dei casi. La prevenzione, l’identificazione precoce e la cura di queste malattie passano quindi per una comprensione più profonda delle differenze biologiche e genetiche tra uomini e donne, e la creazione di soluzioni su misura per ciascun individuo.
Alcuni dati relativi alla Women’s Brain Foundation sono d’obbligo proprio per dimostrare il progresso che questa fondazione è riuscita a portare avanti. Nella ricerca e nelle pubblicazioni, dal 2017 ha prodotto lavori fondamentali che hanno contribuito a plasmare il futuro del cervello delle donne e della medicina di precisione basata sul sesso. Tra i contributi chiave: oltre 120 articoli scientifici, 5 libri pubblicati, 3 forum internazionali sulla salute mentale e del cervello delle donne, oltre 2000 conferenze e interventi e oltre 40 collaborazioni internazionali. Dunque, non solo intenzioni, ma sulla carta e all’attivo i risultati e i successi della WBF sono sotto gli occhi di tutti.
Una nuova sfida per il territorio e le professionalità abruzzesi
Adesso spetta solo all’Abruzzo, e a quanti amano questa terra, concedersi questa possibilità e acquisire un impegno tanto prestigioso quanto qualitativamente unico nel suo genere. Il progetto della Women’s Brain Foundation, infatti, non è solo un’opportunità per migliorare la salute delle donne, ma anche una possibilità per l’Italia e, in particolare, per l’Abruzzo, di emergere come leader internazionale nella medicina di precisione e nella ricerca neuroscientifica.
La collaborazione tra ricercatori, università, imprese e istituzioni pubbliche rappresenta una strada fondamentale per costruire un futuro più sano, più equo e più avanzato nella cura delle malattie neurodegenerative e non solo. Mentre il progetto prende forma, le aspettative sono alte, e l’Abruzzo, grazie alla sua capacità di unire risorse e innovazione, si prepara a diventare un centro scientifico di riferimento per l’intero paese e per il mondo.
Il futuro della medicina, in fondo, è nelle mani delle donne, e sarà proprio grazie a loro che nasceranno le soluzioni innovative per una medicina più inclusiva, più personalizzata e più giusta per tutte e per tutti. Il progetto è stato presentato durante l’evento Visionaria, il festival dell’innovazione promosso dalla Camera Di Commercio Chieti Pescara e dell’Agenzia di sviluppo, che ha rappresentato un palco d’eccezione per parlare di un programma tanto innovativo. Per questo, è necessario camminare veloci e tenere il passo con la ricerca e con chi, in questa ricerca, ci crede davvero.
Articolo a cura della redazione