Samantha Basilisco e Tania Fontana

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«Con amore e coraggio abbiamo fondato la Dinamic service S.r.l.». La storia di un duo al femminile vincente, dove amicizia e impresa sono una cosa sola

Due imprenditrici di successo: una abruzzese, l’altra bolognese. Socie, amiche, madri, mogli e diciamolo, guerriere. Donne che vivono in un Paese (il nostro) dove gli ostacoli sono innumerevoli, dove il lavoro, spesso, bisogna crearlo dal nulla e dove mettere su un’impresa è un doppio salto mortale. Donne che, al di là degli stereotipi, hanno puntato sulla loro passione; esempi sani di come si possano creare grandi cose attraverso motivazione, sacrificio – tanto – e talento.
Quella di Samantha Basilisco e Tania Fontana è una storia che colpisce: ammirevole, commovente e soprattutto coraggiosa. Hanno fatto tutto da sole, da brave e toste sognatrici. Un pizzico di aiuto ce l’ha messo l’universo, facendole incontrare perché insieme, sono il perfetto connubio. Ma ancor prima della loro esemplare unione lavorativa e amicale, sono le singole vicende a forgiarle.

Samantha, poco più che diciassettenne, sognava di fare la criminologa quando trovò un lavoretto estivo in un’azienda di packaging a Sambuceto (CH), di proprietà di due imprenditori bolognesi, uno dei due padre di Tania. È qui che cominciò la sua avventura in quello che sarebbe diventato sorprendentemente il settore della vita: «Non scorderò mai il mio primo giorno di lavoro, appena varcato l’ingresso del capannone mi si è parata
davanti una pila enorme di cartoni. A fine giornata, impiegavamo circa due ore per smaltirli. Così mi adoperai al meglio per ottimizzare le tempistiche, recuperandoli uno ad uno durante la lavorazione». Di certo, al signor Fontana non sfuggì l’intraprendenza di questa giovane ragazza. Da qui Samantha avviò la sua scalata in azienda, prima come capolinea passando per il magazzino, poi come responsabile di produzione e di qualità, per approdare, infine, in amministrazione. Nove anni di gavetta. Frattanto Tania, sua futura socia, rimasta in quel di Bologna, lavorava alacremente su altri progetti. Sentivano parlare l’una dell’altra ma non si erano ancora realmente conosciute.

Ad un certo punto, come in ogni storia d’impresa che si rispetti, iniziarono le difficoltà.
«Nonostante il cliente principale fosse la multinazionale Fater – spiega Tania – devo ammetterlo, le cose non funzionavano. Di lavoro ce n’era ma l’azienda non era gestita nella maniera corretta dal punto di vista economico. A quel punto mio padre decise di ricominciare da zero e questa volta, nel 2006, subentrai come titolare insieme a Samantha».

Nacque la Dinamic Sevice Sr.l., tra le colline e il mare, nella zona artigianale/industriale ex Fornace di Spoltore (PE), specializzata in packaging primario (Clean Room) e secondario, conto terzi. Le due nuove socie, ancora conoscenti, dovettero subito rimboccarsi le maniche. In realtà, agli inizi, il passaggio di testimone fu solo una formalità. «Mio padre – chiarisce Tania – continuava a voler gestire tutto da solo e dietro le quinte, la sua presenza inficiava la nostra indipendenza».

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