Zoom in/out sullo sviluppo economico locale

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Appunti di viaggio a cura del fondatore del Sirolli Institute

Rifletto sul fallimento negli UK e nelle aree rurali degli USA, situazione che ha portato alle inimmaginabili conseguenze della Brexit e al risultato dell’elezione americana. Lo sviluppo economico è stato al servizio delle principali città del mondo, lasciando dietro di sé milioni di persone senza speranza, popolazioni che in passato avevano favorito la creazione di così tanta ricchezza.

Le politiche di sviluppo regionale devono essere, oggi, seriamente rivisitate. In tutto il mondo si sono rivelate rigidamente impositive e basate
su informazioni false. Gli ultimi 50 anni hanno assistito all’urbanizzazione globale. Le grandi città sono cresciute come carcinomi, cannibalizzando l’hinterland rurale, impoverendo le regioni, rubando giovani, imprenditori, risorse e non restano che catene di montaggio arrugginite di vecchie industrie, abbandonate come scheletri di automobili rottamate.

Non è mai accaduto nella storia dell’umanità che così tante persone siano vissute nelle città. Perché non investire nelle aree dimenticate del mondo? Perché non cercare di fermare la migrazione all’interno dei paesi? Perché non arrestare l’odio e la paura stabilitasi tra “noi e loro”?

Riflettendo sull’Abruzzo, dove saremmo economicamente senza gli investimenti nella Valle del Sangro? E cosa succederebbe se, come negli Stati Uniti e l’Inghilterra, la manifattura
di autoveicoli si contraesse? Secondo la Banca d’Italia, in Abruzzo nel 2016: «Più della metà della crescita delle esportazioni è attribuibile al comparto dei mezzi di trasporto, le cui vendite all’estero sono cresciute del 16,0 per cento».

Volgere lo sguardo ad uno sviluppo economico locale delle zone rurali è possibile, e se i politici non si rivelano in grado di difendere e di facilitare questo processo, la popolazione eleggerà “non” politici per attuarlo.
Ho scritto questi appunti di viaggio in aereo, volando subito dopo le elezioni negli USA dalla California a Londra. A distanza di parecchio tempo, li termino nella Colombia rurale, dove, – sorpresa – il risultato di
un referendum indetto non molto tempo fa per decidere se negoziare la pace con le FARC, ha decretato, per pochi
voti, la vittoria del No. Anche qui la guerra è tra “città” e “zone rurali”, “noi” contro “loro”, politica levigata e popolazioni emarginate, economicamente e socialmente svantaggiate, con vicende di espropriazioni che risalgono all’epoca coloniale.

La prossima settimana sarò in Tanzania. Cosa troverò? Dove sono emigrati i giovani? Possiamo scegliere di credere che i guerriglieri colombiani incarnino il male e che le elezioni americane siano il trionfo del razzismo e
dalla misoginia. Possiamo convincerci che
la Brexit rappresenti una riscrittura politica
di “Orgoglio e Pregiudizio”, ma se tutto si riducesse all’economia? C’è una base elettorale potente e silenziosa lontana dai centri di potere, ma Brexit, Trump e altri esempi nel mondo hanno dimostrato che ignorare l’hinterland è pericolosissimo.

 

Ernesto Sirolli
Nato ad Altino (CH)
nel 1996 fonda il Sirolli Institute, organizzazione 
di beneficenza con base negli Stati Uniti, finalizzata all’insegnamento dei principi di base per creare
e gestire progetti di facilitazione di impresa. Sirolli ha formato leader politici e di impresa in Australia, Nuova Zelanda, Canada, USA, Regno Unito, Messico, Brasile, Ecuador, Ghana, Repubblica Democratica del Congo. www.sirolli.com