Sol D’Oro Abruzzo 2022, Abruzzo sul podio con l’oro all’extravergine di oliva “crognale” di Tommaso Masciantonio

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Casoli oasi felice dell’olivicoltura pedemontana abruzzese. L’extravergine di oliva Crognale in purezza, varietà autoctona dell’Altopiano di Caprafico prodotto dall’azienda agricola Tommaso Masciantonio vince il Sol d’Oro 2022 di Verona 

Di Jolanda Ferrara

Il riconoscimento all’extravergine di oliva “crognale” di Tommaso Masciantonio rientra nella categoria Futtato Intenso. Un nuovo exploit per la storica azienda casolana che per il nono anno conquista il podio del contest internazionale veronese e porta a casa, oltre all’Oro, ben tre Gran Menzioni (G.M.) in tre diverse categorie di concorso. G.M nella categoria Monovarietale con l’extravergine Intosso di Casoli, e nelle rispettive categorie Dop e Bio con un blend di Gentile di Chieti e Intosso di Casoli. “Un successo storico” commenta il produttore Tommaso Masciantonio, “Casoli si riconferma terroir vocato, ricco di biodiversità olivicola. Bisogna far esprimere le massime potenzialità di ogni singola cultivar territoriale”. L’annuncio dei premiati in diretta Facebook lunedì sera da Verona direttamente da Marino Giorgetti, capopanel e presidente di giuria Corcorso internazionale Sol d’Oro che giunge quest’anno alla XX edizione. La premiazione è in programma domenica 10 aprile sul palco del Sol &Agrifood, in concomitanza con l’apertura del Vinitaly (10-13 aprile 2022 ).

Per la cronaca, altre aziende abruzzesi hanno guadagnato la Gran Menzione: per la categoria Fruttato leggero G.M. all’azienda De Juliis Timando di Pianella (Pescara) e all’azienda La Farciola di Lanciano (Chieti). Per la categoria Fruttato Medio G.M.all’azienda Ursini di Fossacesia (Chieti). Per la categoria Bio all’azienda Marina Palusci di Pianella (Pescara). Per la categoria Absolute Beginners al Frantoio Tini di Castilenti (Teramo).

Tommaso Masciantonio, nato a Guardiagrele, classe 1976, è titolare dello storico Trappèto di famiglia ai piedi della Maiella orientale, ed è Agricoltore Custode di seimila piante di olivo per oltre la metà ultrasecolari, un patrimonio tramandato per generazioni. E’ grazie al lavoro appassionato, sapiente e innovativo di Tommaso se oggi la tradizionale oliva da mensa, la polposa oliva ndosse e il pregiato extravergine a cui dà origine, sono apprezzati e valorizzati come presidio Slow Food, l’Intosso di Casoli, un olio di carattere spiccato capace di regalare esperienze gustative come poche altre varietà italiane.

Allo stesso modo, la varietà di oliva autoctona Crognale esprime l’identità del territorio pedemontano casolano dove ha trovato il suo habitat ideale. Una cultivar rustica ugualmente di nicchia e in questo senso definita “minore”, ma dal potente corredo olfattivo caratterizzato da punte di amaro e piccante straordinariamente intensi al palato, sentori erbacei e persistenti che sposano, su tutti, i sapori contadini.

“Quest’anno da noi sull’Altopiano è piovuto un pò di più e le piante di olivo ne hanno tratto beneficio regalandoci un olio molto armonico di bella intensità” racconta Masciantonio in controtendenza con l’andamento siccitoso dell’annata registrato sulla costa. “E’ stata una bella lotta nel Fruttato intenso, categoria molto selezionata per il pregevole profilo organolettico” conferma il capopanel Sol d’Oro di Verona, Marino Giorgetti, “anche la nuova categoria Dop ha riscosso un numero molto alto di adesioni. Complessivamente sono state oltre 250 le aziende in concorso quest’anno”.

Con il rilancio della varietà Intosso, oggi largamente ricercata da olivicoltori e frantoiani abruzzesi, e quindi con il recupero del Crognale di Casoli, la strada per le cultivar autoctone può ben dirsi aperta e vincente. “Bisogna puntare sulle varietà tipiche per valorizzare i territori” ripete Masciantonio. In anticipo sui tempi, il produttore casolano ha puntato fortemente sulle locali varietà Intosso e Crognale custodite nel tempo dalla sua famiglia, traendone la massima espressione organolettica e portandole sulla ribalta internazionale.

“Valorizzare varietà considerate “minori” come Castiglionese, Tortiglione teramano, Rustica e Gentile dell’Aquila, Toccolana, Cucco, Dritta, significa lasciare esprimere una biodiversità unica e preziosa e valorizzare l’intero territorio regionale. L’Abruzzo dispone di un patrimonio genetico enorme, omologarsi non servirà certo a distinguersi”.

Di certo servirà a fronteggiare meglio la crescente minaccia climatica e ambientale favorendo un’agricoltura più sostenibile, concetto già sottolineato dall’esperto maestro d’olio a questo giornale https://www.abruzzoeconomiaonline.it/imprese/con-lintosso-di-casoli-al-sol-doro-2021-vince-il-territorio-tre-gran-menzioni-a-due-aziende-casolane-terroir-unico/ : “Nell’assecondare la natura difendendo le coltivazioni tradizionali, c’è la risposta per far fronte alle anomalie climatiche che affliggono l’agricoltura di oggi”.