Intervista a Franco Danelli, imprenditore e presidente di Confcommercio Pescara

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«Bisogna tutelare le nostre imprese. Sono loro che negli ultimi venti anni hanno difeso l’occupazione di questo Paese»

A cura della redazione

Un imprenditore veloce nel pensare ma cauto nel parlare. Riservato, instancabile nel lavoro. La schiena dritta, la testa lucida e calma: il ritratto del rigore. Franco Danelli, nato in provincia di Bergamo e trapiantato in Abruzzo dal 1953, ben riflette questa immagine. Ha costruito con la sua famiglia giorno dopo giorno quella che oggi è una solida realtà commerciale e immobiliare. L’accento ancora lombardo non stride con il profondo senso di appartenenza all’Abruzzo, regione di adozione da quando aveva 13 anni.

La vocazione di uomo d’azienda non tradisce la provenienza da una famiglia bergamasca attiva nel settore trasporti speciali delle acciaierie Dalmine e nella produzione e commercializzazione di bevande. All’inizio del 1953 la famiglia Danelli affianca alle attività storiche il mandato di commissionaria Fiat vetture e veicoli industriali a Pescara, dove si trasferisce la zia Virginia Danelli, grande imprenditrice e donna dinamica per quei tempi.

A partire dagli anni ’60, Franco Danelli subentra al padre affiancando la zia nella gestione della concessionaria. Da acuto investitore, non si limita alle auto e acquista dei terreni nelle zone strategiche della città di Pescara su cui costruisce immobili per lo sviluppo delle proprie attività. Nel 1998 distacca dalla concessionaria Fiat Auto il ramo veicoli industriali e nasce così la concessionaria Iveco Adriacar che opera in Abruzzo e nelle Marche, da Ortona a Pesaro, e della cui direzione si occupa la figlia Martina. La figlia Francesca, invece, si occupa della gestione immobiliare, mentre la figlia Chiara è manager a Bruxelles in una multinazionale farmaceutica. La moglie Doretta, socia in Adriacar, è la sua più fidata consigliera poiché al suo giudizio, Franco Danelli sottopone questioni di lavoro e di famiglia. Oggi, l’imprenditore continua a gestire insieme alla cugina Maria Antonietta, figlia della zia Virginia, la Concessionaria Fiat con i marchi Fiat, Lancia, Abarth e Veicoli Commerciali Fiat per le province di Pescara e Chieti.

Dal 2015, Franco Danelli è il presidente della Confcommercio di Pescara. Un incarico del tutto gratuito che lo appassiona e lo vede in prima linea, come testimonia la recente cronaca pescarese. Ed è in qualità di presidente dell’associazione di categoria che risponde alle domande di Abruzzo Economia perché, come dice, «bisogna tutelare le nostre imprese, le imprese del commercio, del turismo, dei servizi, della logistica e delle professioni, che negli ultimi venti anni hanno difeso l’occupazione di questo Paese».

Presidente, partiamo dalla salute della nostra economia. Non si può parlare di recessione ma nemmeno di ripresa. Siamo allo stallo o si muove qualcosa?

«La ripresa è quasi impercettibile. Secondo quanto stimato da Confcommercio, nel 2019 il Pil crescerà solo dello 0.3%. Detto questo, l’aumento del debito desta non poche preoccupazioni. Per risalire la china è necessario affrontare sfide strutturali che ci consentano di intraprendere un nuovo sentiero di sviluppo, passando anche per una maggiore produttività nei servizi. Per crescere di più dobbiamo puntare su infrastrutture, turismo e innovazione, partendo dall’eliminazione delle pratiche burocratiche inutili e dannose, e da una giustizia più snella».

Imposte e riforma fiscale sono per Confcommercio il primo nodo da sciogliere, con quali risorse?

«La Confcommercio chiede di eliminare definitivamente l’ipotesi di aumenti delle aliquote IVA previsti nel prossimo biennio che, tradotti in numeri, sarebbero 51 miliardi di euro di maggiori imposte. È una battaglia della nostra associazione di categoria a beneficio di tutti i cittadini. Dove reperire le risorse? Incominciamo dalla eliminazione della spesa pubblica improduttiva e da una migliore gestione della cosa pubblica».

 

In che modo fare leva sulle tre principali direttrici di sviluppo da lei individuate quali infrastrutture, turismo e innovazione, facendo riferimento in particolare all’Abruzzo?

 «Per quanto riguarda l’Abruzzo, la prima infrastruttura da potenziare è un collegamento ferroviario più veloce con la Capitale. In questo modo Pescara potrebbe diventare il terzo aeroporto ed anche il porto e la spiaggia di Roma sull’Adriatico. Andrebbero aumentati i collegamenti aerei nazionali ed internazionali e quelli marittimi con la Croazia. Tutto ciò è finalizzato allo sviluppo del comparto turistico che meglio di qualsiasi altro è stato in grado di assorbire gli effetti della crisi con livelli occupazionali in crescita. Sono anni che la Confcommercio indica il turismo quale unica strada per uno sviluppo sostenibile. L’Abruzzo ha molto da offrire: mare, monti, riserve naturali, borghi che sembrano set cinematografici, abbazie, eremi, castelli ed infine una tradizione enogastronomica di tutto rispetto. Il turismo è sicuramente una carta vincente per l’economia abruzzese. Queste risorse vanno valorizzate e potenziate dalle Istituzioni e per fare questo occorre avviare una analisi delle eccellenze per poi pubblicizzarle attraverso tutti i canali di cui oggi disponiamo. Per quanto riguarda l’innovazione, sarebbe necessario mettere in campo strategie nazionali per la banda ultra-larga, per l’intelligenza artificiale e per il Piano Impresa 4.0, tenendo sempre come metro di misura le piccole medie imprese presenti nella nostra regione. Sono terreni d’azione per i quali quantità, qualità e tempistica degli investimenti pubblici sono determinanti».

Leggi la versione integrale dell’intervista sul n. 15 di Abruzzo Economia

 

 

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